But it’s different in here.
I can see what this place is.
I can feel it.
Can’t you?
Forse non l’hai vista, probabilmente non l’hai guardata: ha un protagonista di cui tutti ignorano il nome (o lo ignoravano prima di The Falcon and the Winter Soldier), il suo creatore non ha una pagina su Wikipedia, il titolo ricorda un libro di Pynchon e quel termine – “post-moderno” – che abbiamo imparato a schivare come una palla da dodgeball.
In Lodge 49 succede molto e non tutto ha un senso. La California di Dud non è quella che si sogna quando il cielo è “grigio su”. Le amicizie sono caotiche e casuali, gli squali (letteralmente) sempre in agguato. C’è la vita e c’è la morte, c’è l’alchimia e c’è l’edilizia. C’è la spiritualità, ci sono i debiti e nel mezzo le persone, a scegliere tra queste due forze quella che alimenterà la propria felicità. La sfortuna esiste, ma esiste anche una grande fortuna: trovare il proprio posto nel mondo, per caso, quando tutto sembra andare irrimediabilmente nel verso sbagliato.
La storia della Loggia 49 è stata cancellata al termine della seconda stagione: non ha una fine, ma ha la gentilezza di accompagnare ognuno dei protagonisti al suo binario.
Nella speranza che si tratti del binario giusto e che, per una volta, il treno passi in orario.