Wynonna Earp

Wynonna-Earp

I’m my own damn weapon.

Probabilmente non vi piacerà. O, perlomeno, non subito.

Ci vuole tempo per incontrare la vera Wynonna. Ci vuole pazienza perché la nebbia del procedural si dissolva e lasci intravedere le trame (splendidamente) orizzontali. Ci vuole fiducia per arrivare a innamorarsene.

So bene che tempo, pazienza e fiducia sono grandi richieste, specialmente in tempi come questi che strabordano di serie tv (e in molte non capita di accorgersi che la controfigura della protagonista è inequivocabilmente di sesso opposto), ma se cercate una serie che riesca a sorprendervi, con personaggi (specialmente femminili) onesti, ironici, acuti e taglienti, se non vi spaventa l’idea di appassionarvi a un fantawestern, se non vi disturbano gli effetti speciali da recita delle medie e apprezzate chi resta fedele al proprio cast riorganizzando (magnificamente) la trama per venire incontro alle esigenze della protagonista, allora Wynonna Earp è quello che fa per voi.

Amici, nemici, amanti e demoni: la pronipote di Wyatt Earp ha il suo bel da fare. Se deciderete di seguirla portate un bagaglio leggero, pochi pensieri e una bottiglia di whiskey.