Better Things

Better Things

You’re primed and you’re prepped and abused and adored and harassed and worshipped and then it all stops. All of it. We even age out of the bad things like being fetishized or diminished or talked down to.

La semiautobiografica, rumorosa e sguaiata, leggera e profonda storia di Pamela Adlon, come protetta da un incantesimo è riuscita a non cadere nell’abisso dello scandalo che ha coinvolto il suo co-creatore Louis C.K. Per magia, dunque, e per fortuna, perché c’è davvero bisogno di Better Things (pun intended).

Che cos’ha di speciale questa piccola serie inopportuna e seccante, tenera e commovente che guida un’auto pessima per l’ambiente, ma ascolta solo ottima musica? Niente. Molto.

Better Things manda tutti al diavolo. Tutti e tutto, anche il fucile di Cechov, anche gli archi narrativi. Racconta la vita, quella vera, quella in cui le storie non hanno sempre un inizio e non hanno sempre una fine. Seguire Pamela e la sua cerchia di splendidi amici, nemici, conoscenti e sconosciuti, somiglia a un lungo aperitivo con qualcuno che non vedevamo da un po’. Qualcuno che passerà ore a descriverci un dettaglio apparentemente insignificante e in pochi secondi riassumerà anni, fallimenti e successi, matrimoni e divorzi. Qualcuno con cui siamo tanto in confidenza da parlare di menopausa, di errori, di solitudine.

In Better Things, come nella vita, non c’è sempre una riappacificazione ad attendere i personaggi. A volte, semplicemente, non ci si perdona o non ci si capisce o non ci si ama. A volte, semplicemente, ci si dimentica. Ci sono segreti che non vengono mai svelati, disastri che si risolvono in silenzio, qualcuno sparisce, qualcuno ritorna, qualcuno non si sa che fine abbia fatto. Qualcuno è molto intelligente, ma non trova la propria strada, qualcuno lascia la scuola e non trova il lavoro dei suoi sogni.

Al centro di tutto c’è una donna che non parla di uomini, un’attrice ma non una superstar, una madre ma non una martire, una figlia ma non una vittima. Si avvicina alla cinquantina e il mondo quasi non la vede più. È allora che lei decide di mostrarci tutto quello che vuole. Con pochissimi filtri e nessun pudore.

Non è una serie che piacerà a tutti, non è una serie che piacerà tutta, ma è la dimostrazione lampante che la poesia è anche nella polvere, l’amore è nelle briciole, la vita non ha certezze, la bellezza non ha regole. Se vi sembra poco: non lo è. Affatto.